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Attività

TERAPIA DEL DOLORE VERTEBRALE

Il dolore, acuto o cronico, può intaccare anche in maniera molto importante la serenità della vita quotidiana ed è molto più diffuso di quello che si possa pensare. 

In questi casi però si può intervenire con delle terapie in grado di controllare il sintomo del dolore e tenerlo a bada, così da migliorare la qualità della vita e permettere ai pazienti di convivere quanto più serenamente con la propria patologia. 

La terapia antalgica nel campo della medicina rientra nella branca dell’anestesiologia e si pone come obiettivo proprio quello di intervenire sul sintomo del dolore e risolverlo oppure controllarlo. 

Le patologie per cui si applica più frequentemente la terapia antalgica sono quelle che riguardano la colonna vertebrale e le articolazioni, come ad esempio lombosciatalgia, cervicalgia, artrosi, discopatia.  

Per iniziare un percorso di terapia antalgica è prima di tutto necessario fare una prima visita con uno specialista in anestesiologia e rianimazione. 

Durante la visita lo specialista analizza la sede, la causa e le caratteristiche del dolore. 

A questo punto il medico indicherà al paziente la terapia più corretta da seguire e potrà dare preziosi consigli sulle abitudini quotidiane da adottare o eliminare. 

È importante sottolineare infatti, che i risultati delle terapie sono quasi sempre migliori se a quelle si associano uno stile di vita corretto ed una sana alimentazione. 

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TERAPIA DEL DOLORE ONCOLOGICO

Il dolore è un disturbo frequente nei pazienti oncologici e ha un impatto fortemente negativo sulla qualità di vita della persona, limitando la possibilità di svolgere le attività quotidiane, aumentando i bisogni assistenziali e creando una sofferenza aggiuntiva sul piano psicoemotivo.

La presenza di un dolore molto intenso può indurre i pazienti oncologici e i familiari a preoccuparsi e scoraggiarsi, ritenendolo un segno di peggioramento della malattia. In realtà, l’intensità del dolore non è necessariamente correlata alla gravità della malattia, ma anche al tipo di neoplasia presente, agli organi interessati e alla sua localizzazione. 

Il dolore interessa circa il 30%-50% dei pazienti oncologici e diventa particolarmente frequente nelle fasi più avanzate, quando a soffrirne è ben il 70%-90% dei pazienti. Fortunatamente, nella maggioranza dei casi è possibile controllare il dolore oncologico attraverso l’assunzione di farmaci antidolorifici, come farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e oppiacei.

In caso di dolore severo persistente non attenuato dai farmaci analgesici o altri approcci, è possibile ricorrere a "blocchi nervosi", ossia alla devitalizzazione dei nervi responsabili della trasmissione del dolore, e a interventi di immobilizzazione delle ossa colpite da metastasi (cementoplastica e vertebroplastica) che, oltre a ridurre il dolore, diminuiscono il rischio di fratture patologiche.

INFILTRAZIONI VERTEBRALI

Si tratta di infiltrazioni con guida ecografica (e quindi senza la necessità di Rx o di un ambiente di sala operatoria) per le principali patologie dolorose del rachide, ovvero ernie discali cervicali e lombari, radiculopatie in stenosi del canale, cervicalgie e lombalgie da infiammazione articolare,  dolori sacrali da infiammazione dell'articolazione sacro-iliaca.
Le infiltrazioni utilizzano cortisone e anestetico allo scopo di agire localmente a livello della patologia, ovvero a livello del forame neurale, in caso di ernie o radiculopatie, o delle faccette articolari, in caso di dolori del rachide, evitando la somministrazione sistemica dei farmaci (per bocca o in muscolo) o come ausilio quando questa non è efficace.
L'obiettivo del trattamento è quello di risolvere completamente la sintomatologia dolorosa, evitando al paziente, in molti casi, di dover ricorrere all'intervento chirurgico.

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OZONOTERAPIA

L’ozono è un gas naturale, presente anche nell’atmosfera, che quindi non comporta rischi di allergie. L’ozonoterapia è indicata in pazienti con dolori al rachide cervicale, dorsale e lombare, oltre che in casi di dolore da ernia del disco.

L’ozonoterapia per via infiltrativa ha dimostrato un'efficacia anche sulla riduzione degli interventi chirurgici alla schiena e nei soggetti con patologie quali il diabete e le cardiopatie.

Esistono due principali tecniche infiltrative:

TECNICA PARAVERTEBRALE INTRAMUSCOLARE

Utilizzata nelle cervicalgie, dorsalgie e lombalgie, legate a problematiche di postura, contratture muscolari, discopatie etc.

Eseguita a livello ambulatoriale con una tecnica specifica che non prevede l’utilizzo di raggi o ecografia.

TECNICA INTRAFORAMINALE RX O ECO GUIDATA

Utilizzata nelle ernie discali compressive lombari (lombosciatalgie o lombocruralgie).

Questa metodica prevede che l’ago venga inserito in profondità, sotto controllo radiologico, superando quindi la zona superficiale sottocutanea e muscolare, al fine di iniettare la miscela di Ossigeno-Ozono in corrispondenza dell’ernia e della radice nervosa compressa.

INFILTRAZIONI ARTICOLARI

L’iniezione intrarticolare di farmaci (anestetici locali, corticosteroidi, acido ialuronico o ossigeno-ozono) permette di ridurre il dolore in molti pazienti in cui la terapia con farmaci e/o la fisioterapia non hanno avuto successo completo. Tutte le articolazioni possono essere trattate con infiltrazioni dalle piccole articolazioni delle dita fino a quelle più grandi come il ginocchio e l’anca. 

I corticosterodi permettono di ottenere un’efficacia antinfiammatoria locale minimizzando gli effetti avversi dell’uso sistemico. Alcuni di questi (Depo Medrol, Kenacort) permettono un lento rilascio del principio nella sede di infiammazione. Le patologie che più frequentemente vengono trattate con corticosteroidi per via infiltrativa sono le patologie infiammatorie (artriti o tenosinoviti).

L’infiltrazione di acido jaluronico (viscosupplementazione) agisce secondo meccanismi differente. In particolar modo l’acido jaluronico agisce da “cuscinetto meccanico” andando a supplementare il liquido sinoviale patologico normalmente presente nell’articolazione. Oltre ad un effetto puramente meccanico, l’acido jaluronico possiede effetti analgesici ed antinfiammatori.

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ANESTESIA E SEDAZIONE

Ogni procedura chirurgica si accompagna alla somministrazione di farmaci anestetici. Esistono due tipi di anestesia: l’anestesia generale e l’anestesia loco-regionale.

L’anestesia generale si realizza attraverso la somministrazione di farmaci per via endovenosa o per via respiratoria. È necessario posizionare un tubo a livello tracheale (la cosiddetta Intubazione) che consente la respirazione del paziente attraverso un apposito macchinario.

In corso di anestesia generale l’intero organismo è “anestetizzato” e vi è una completa perdita dello stato di coscienza durante tutta la durata dell’intervento chirurgico.

L’anestesia loco-regionale si realizza con la somministrazione di anestetici locali in prossimità delle terminazione nervose che portano la sensibilità alla zona da operare. Con l’anestesia loco-regionale (che comprende l’anestesia locale) viene anestetizzata solo la parte del corpo interessata alla procedura chirurgica.

In alcune procedure invasive, ad esempio odontoiatriche, l’anestesia locale può essere accompagnata da una sedazione endovenosa, che ha lo scopo di indurre una riduzione dell’ansia senza determinare una perdita di coscienza. Al tempo stesso la sedazione rende il paziente indifferente a quanto succede intorno a lui, realizzando inoltre un’amnesia completa del momento chirurgico.

In entrambi i casi, durante l’intervento, l’anestesista procede al monitoraggio costante delle funzioni vitali del paziente.

Per tale motivo l’avvio alla procedura chirurgica e la scelta del tipo di anestesia non può prescindere quindi da una visita anestesiologica preoperatoria.

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